Supporti tattili

Supporti tattili

Servizi di Re-Art per i supporti tattili

  • realizzazione di scansioni tridimensionali per la realizzazione di cloni digitali e progettazione di supporti tattili
  • progettazione e realizzazione di supporti tattili in basso rilievo o a tutto tondo tramite stampa 3d, fresatura, taglio laser
  • progettazione e realizzazione di allestimenti di percorsi tattili
  • progettazione e realizzazione di audioguide associate ai supporti tattili

Chi partecipa all’innovazione di processo 

    • MiBAC
    • Soprintendenza
    • Regione
    • Comune
    • Diocesi
    • Musei pubblici e privati
    • Istituzioni culturali
    • Fondazioni culturali
    • Università
    • Accademie di belle arti
    • Gallerie d’arte
    • Curatori

Applicativi della fabbricazione digitale per la realizzazione di supporti tattili

L’accessibilità è oggi una priorità all’interno dei Piani di rinnovo e sviluppo museale e, attraverso la fabbricazione digitale, l’inclusività può essere sviluppata non solo attraverso audioguide dedicate o pannelli in braille, ma attraverso un’organica progettazione e creazione di percorsi dedicati alle persone con ridotte capacità visive, in cui possono liberamente venire a contatto con le opere appositamente riprodotte.

Partendo dalla scansione tridimensionale con tecnologie no-contact si può replicare qualsiasi opera d’arte, reperto archeologico o architettura. Il clone digitale può quindi essere stampato in 3D oppure fresato con l’ausilio di un braccio robotico nella scala e materiale richiesto.

Un’ulteriore applicazione consiste nella possibilità di rendere tridimensionale anche l’arte ‘bidimensionale’, come nel caso dei dipinti o delle tarsie lignee. Grazie a specifiche elaborazioni grafiche, e ad un certo grado di interpretazione, attraverso la stampa 3D o altre tecnologie è possibile creare dei bassorilievi o eventualmente scene a tutto tondo.

Stato dell’arte sul coinvolgimento dei processi di innovazioni digitale 

Il primo percorso tattile per non vedenti fu introdotto dal Museo Egizio di Torino , che nel 1982 avvio il progetto chiamato Il museo Egizio da Toccare.  Si trattava di una visita tattile all’interno dello statuario integrato da guide in braille per non vedenti o scritte in caratteri più grandi per ipovedenti. Inizialmente le opere che si potevano toccare erano originali, con il grosso problema al tatto i reperti rischiavano di rovinarsi. Si cominciò così a duplicare le opere originali affidando le riproduzioni ad artisti e artigiani per poi commissionare il progetto ad università tecniche.

Con l’avvento della manifattura digitale realizzare copie e riproduzioni e supporti tattili specifici è diventato molto più rapido ed economico. Nell’ultimo periodo sempre più musei hanno iniziato a investire, seppur ancora poco, in questo tipo di accessibilità, sfruttando queste tecnologie digitali. 

A parte alcuni casi come il Museo Real Bosco di Capodimonte a Napoli o gli Uffizi a Firenze che propongono itinerari esplorativi con il tatto di alcune opere originali (con guanti monouso), si tratta quasi sempre di riproduzioni in stampa 3D di reperti archeologici, sculture, elementi architettonici e addirittura dipinti. 

Ci sono diverse iniziative e progetti in campo in questo senso, tra i più recenti si segnala il percorso tattile al Museo Etrusco di Marzabotto per ciechi e ipovedenti, un progetto innovativo di inclusione sociale volto ad allargare il pubblico del museo e a migliorare la fruizione delle collezioni. All’interno del Museo Nazionale Etrusco di Marzabotto il percorso tattile è composto da schede tattili a rilievo e riproduzioni in stampa 3D che possono essere toccate dal vero non presentando problemi di conservazione. Il percorso realizzato insieme alla direzione del Museo e stato studiato per migliorare la conoscenza, all’interno di questo contesto narrativo si trovano anche le riproduzioni delle opere realizzate da 3DArcheoLab.

Un progetto analogo per certi aspetti, ma sicuramente più visionario, è quello che il designer Finlandese Marc Dillon. Dillon suggestionato dallo zio cieco a seguito di un glaucoma, nel 2016 ha lanciato il progetto Unseen art. Oltre ad aver realizzato una versione a bassorilievo della Gioconda, sta sviluppando una piattaforma open source disponibile per tutti coloro che vogliono caricare progetti per stampe 3D, in modo da aiutare chi, come lo zio di Dillon, vive una condizione di disabilità visiva

Re-Art
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Re-Art è stato finanziato dal Fondo Sociale Europeo nell'ambito del Bando per Area di Crisi Industriale Complessa di Venezia (Dgr. 204/2019) con il progetto di Fablab Venezia "Digital Tools for Venetian Heritage" cod. 7076-0001-204-2019.

 

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