Credit: Courtesy www.musei.beniculturali.it 

Nel 2019 la Direzione generale Musei del MiBAC ha pubblicato la prima stesura di un documento programmatico, nato con lo scopo di informare e indirizzare i musei italiani verso un necessario ripensamento e implementazione delle proprie strategie in senso digitale.

La digitalizzazione, ormai al centro delle trasformazioni e degli indirizzi di tutti i settori produttivi e degli indirizzi educativi, continua a rivestire un ruolo marginale all’interno del settore culturale. Il Ministero, con questo documento, inizia a colmare la distanza che esiste tra gli stakeholder che si occupano della valorizzazione e diffusione della cultura e l’ecosistema di possibilità abilitate dalle tecnologie digitali.

Il documento ha un tono più informativo che attuativo, ma delinea alcuni indirizzi operativi, che saranno oggetto di programmazioni dettagliate. Alla luce del Piano, gli obiettivi individuati da Re-Art si dimostrano non solo in linea con una strategia culturale più ampia, ma anzi riescono già a tradurre le indicazioni ministeriali in opportunità progettuali e ad attuare una strategia virtuosa di sistema.

Nelle parole del Piano, che noi senz’altro condividiamo, la tecnologia va intesa come straordinario elemento abilitante la trasformazione, soprattutto per quanto riguarda l’efficienza, la sicurezza, l’autonomia di indirizzo e l’accessibilità del sistema museale e la fruizione del patrimonio.

Gli obiettivi del Piano

In termini generali il piano ha lo scopo di fornire un quadro di riferimento per i musei italiani in vista dell’adozione di soluzioni digitali in senso ampio. Si propone quindi di:

1. migliorare la capacità dei musei di gestire il patrimonio, sia per quanto riguarda la tutela e conservazione, che per stimolare nuove modalità di valorizzazione (fruizione, accesso).
2. migliorare la capacità dei musei di proporre il patrimonio culturale, in termini di esposizione, narrazione e commercializzazione dei servizi correlati.
3. favorire un’immagine contemporanea dei musei come spazi aperti di condivisione del sapere e di produzione di cultura, che siano attrattivi anche per le nuove generazioni.
4. attivare nuove forme di accesso e fruizione per l’inclusione attiva, ricordando che la fruizione è parte integrante del processo di gestione del bene.
5. stimolare le imprese e il mondo produttivo privato ad offrire prodotti e servizi a valore aggiunto negli ambiti delineati dal piano.

Digitalizzare e innovare

Due le macro-categorie di lavoro che possiamo individuare, all’interno delle quali il digitale svolge il ruolo di strumento progettuale e mezzo abilitante per lo sviluppo di nuove pratiche comunicative e produttive.

A. Connettività, diffusione di contenuti digitali, comunicazione promozionale, servizi in rete agli utenti: l’ambito del digitale “intangibile” dell’informatizzazione dei servizi gestionali, dell’infrastruttura a supporto delle esperienze museali.
B. Nuove pratiche culturali, produzione di supporti alla divulgazione (fisici o digitali) e alla tutela e valorizzazione del patrimonio: l’ambito legato alla fruizione delle collezioni, all’apprendimento attraverso il coinvolgimento de visitatore e alle strategie operative di rapporto e gestione del patrimonio fisico.

Sul fronte della digitalizzazione delle strategie gestionali, la recente emergenza sanitaria ha sicuramente costretto a un’accelerazione delle implementazioni legate alla connettività, alle risorse in rete e alla comunicazione digitale (sviluppo siti web, social). Si è registrato un sostanziale aumento della presenza in rete degli enti culturali, che sono riusciti ad implementare in breve tempo azioni anche interessanti; più lunga la strada ancora da percorrere per quanto riguarda l’adeguamento delle sedi dal punto di vista dell’infrastruttura digitale (ad es. guide interattive, connettività wi-fi, supporto al visitatore nel pre e post visita).
Di particolare interesse per noi è esplorare anche la seconda categoria, che racchiude tutte le possibili azioni e progetti per costruire un nuovo tipo di fruizione contemporanea, di qualità, coinvolgente per tutte le categorie e i target di visitatori. Le diverse applicazioni possono essere già esplorate e verranno approfondite nei contenuti all’interno del sito.

Di seguito riportiamo gli spunti offerti dal piano, a sottolineare la comunità di intenti tra le strategie nazionali e gli indirizzi di Re-Art. Ed è il Piano stesso a sottolineare la necessità di costruire un ecosistema ad alto valore aggiunto, all’interno del quale si costituiscono reti virtuose tra pubblico e privato per la realizzazione degli obiettivi. Indicheremo anche alcune applicazioni concrete dei temi del piano, facilitate e rese innovative dalla fabbricazione digitale.

Fabbricare il nuovo museo digitale – cosa dice il Piano

Accessibilità (2.2.3)
Per essere un propulsore di welfare culturale, il museo deve poter garantire l’accessibilità al patrimonio al più ampio numero di utenti, anche con necessità specifiche; si tratta di una delle missioni imprescindibili del museo, perché il patrimonio culturale inteso quale bene comune richiede approcci partecipativi, innovativi e dinamici.Le tecnologie hanno la facoltà di rendere i musei più inclusivi e accessibili.> nuovi allestimenti per i percorsi museali (partizioni e strutture/elementi espositivi), supporti fisici per ciechi e ipovedenti (modelli tridimensionali di edifici e opere), rappresentazione fisica di dati e informazioni per i più giovani, per le difficoltà cognitive e per migliorare la comprensione dei materiali esposti.
Strumenti di racconto evoluto e narrazione condivisa (3.2.2.3)
Individuare partiche contemporanee di content curation che sappiano veicolare le informazioni in modo innovativo e coinvolgente: virtualità, guide museali digitali, percorsi online. 
Strumenti interattivi per la comprensione delle collezioni del patrimonio (3.2.2.6)
Supporti generati grazie alle tecnologie digitali possono essere efficaci per creare consapevolezza, facilitare la comprensione intellettuale e sensoriale, che è presupposto abilitante per l’approfondimento. Le interazioni con il patrimonio aumentano il livello di comprensione e soddisfazione dei visitatori. Il piano suggerisce principalmente due strategie in questo senso

1. L’interazione con oggetti: interazione fisica con oggetti del patrimonio o repliche di essi, esposti in luoghi che invitano alla manipolazione e che attivano contenuti ambientali audio e video in grado di fornire approfondimenti.

2. Produzione di copie e repliche, modelli fisici anche con videomapping sulle superfici- fruizione tramite realtà virtuale, aumentata e mista: ricostruzione di luoghi od oggetti inaccessibili (VR)ricostruzione di oggetti che si attivano inquadrandone i resti, sistemi di navigazione dei luoghi con indicazioni visive, raccontare storie modificando l’aspetto di un quadro (AR)

Alla luce di quanto visto acquisisce un ruolo centrale il tema della formazione dei professionisti coinvolti nei percorsi di innovazione, per poter indirizzare al meglio le spinte al rinnovamento ed essere effettivamente consapevoli sulle potenzialità abilitate dalle tecnologie digitali e sul modo in cui queste so possono integrare con  processi tradizionali di salvaguardia e valorizzazione del patrimonio.
Altrettanto importante è lo sviluppo di sinergie e collaborazioni tra diverse professionalità e tra esponenti dei vari segmenti coinvolti in azioni complesse di riorganizzazione delle strategie culturali e attuazione di progetti innovativi di conservazione, valorizzazione, fruizione e produzione dell’arte e della cultura.